lunedì 30 maggio 2011

Sulla diga di Sauris!

Eccoci qui, vivi e vegeti e più arzilli che mai, a raccontare della gita che abbiamo fatto per ammirare la superba diga di Sauris.
A bordo del mitico Scudo, risaliamo la val Tagliamento fino ad Ampezzo, per poi infilare la val Lumiei in direzione del paese dello speck e della birra affumicata. La stretta strada consiglia prudenza, il caldo sole primaverile invoglia ad abbassare i finestrini e godersi il paesaggio con un po' di vento tra i capelli.
Superiamo le molte gallerie tipiche, con pavimentazione in porfido, fino a superare quella che si apre sulla diga, con vista sul lago. Notiamo subito che il livello dell'acqua è decisamente basso, probabilmente per pochi metri d'acqua non riusciamo a vedere il campanile del vecchio paesino, sommerso più di sessant'anni fà per lasciar posto alle acque.
Guardare giù dalla parte opposta della diga toglie il fiato, la forra del Lumiei è molto profonda, tanto da far fatica a distinguerne il fondo. Ci viene alla mente che prima della costruzione della tristemente famosa diga del Vajont (figlia dello stesso ingegnere, Carlo Semenza), era questa la diga più grande d'Italia e forse d'Europa. La scritta sulla galleria dalla parte opposta della diga ci suggerisce l'anno di costruzione: 1942.











Dopo le foto imbocchiamo la galleria dalla parte opposta della diga, lungo la strada che ci porterà al passo Pura, e da lì giù in picchiata verso il fondovalle.











Incrociamo la strada statale all'altezza dell'albergo Pura, e in pochi minuti siamo di nuovo ad Ampezzo, da dove era iniziata la nostra gita in val Lumiei.

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