mercoledì 30 marzo 2011

Val d’Incarojo e non solo!

Di nuovo qui a raccontarvi le nostre peripezie!Questa volta abbiamo inizialmente deciso di esplorare una strada che l’ultima volta non eravamo riusciti a trovare, cioè la strada che collega Sezza a Cazzaso. Nonostante le asperità dell’asfalto, non propriamente degno di un’autostrada, attraverso un percorso decisamente suggestivo in mezzo ai pascoli e con viste molto carine sulla valle del But, siamo giunti a Cazzaso Nova e poi a Cazzaso e Fusea, per scendere poi da qui verso valle.
Il giretto fin qui, seppur bello, era comunque breve e quindi abbiamo puntato decisi verso nord, con l’intenzione di andare a vedere la famosa cascata di Salino. Tragitto stabilito attraverso Rosa dei Venti, non lungo la provinciale da Piedim, più rapida ma meno panoramica.
Aiutati dalle ottime condizioni atmosferiche, abbiamo potuto godere di un bellissimo panorama lungo tutto il percorso, fino a confondere per un attimo una cascata prima di Trelli con la ben più celebre cascata di Salino. Equivoco presto chiarito, e visto che ormai il furgone era fermo abbiamo fatto due foto e deciso poi di visitare Trelli. Parcheggiato il furgone vicino alla chiesa, ci siamo incamminati nella zona pedonale di Trelli, tale in quanto le macchine non passano, per fare una foto anche qui, sotto lo sguardo incuriosito di un’anziana signora.

Florin per le vie di Trelli
Poi via verso Salino, arrivando finalmente alla cascata: le solite foto di rito e di nuovo a bordo del Doblanco, diretti verso Paularo per un caffè.


Dettaglio della cascata

Dettaglio della cascata






La cascata di Salino dietro a Florin
Decidiamo di raggiungere la meta passando per Dierico, visto che il tempo non ci mancava. Parcheggiando vicino alla scuola, abbiamo trovato alcuni ragazzi che uscivano insieme agli insegnanti, ed abbiamo approfittato per un veloce saluto dei conoscenti reciproci.
Bevuto il caffè siamo tornati in macchina per dirigerci verso casa, in conclusione della nostra gita!
Alla prossima amigos!

lunedì 21 marzo 2011

Sulle orme del Giro d'Italia!

Ebbene sì, siamo ancora qui...per il piacere di pochi ed il dispaicere di ancora meno, visto che pochissimi sanno di questo blog!!
Questa volta la nostra esplorazione si è protratta fino agli oscuri meandri (causa nebbia) che vanno da Lauco a Fusea.
A dir la verità, l'intenzione iniziale era di percorrere la strada che da Comeglians arriva a Ravascletto e poi scende a Cercivento; all'ultimo minuto però abbiamo cambiato idea, svoltando a destra in direzione di Trava ed Avaglio.
Fin qui il tempo è stato clemente, regalandoci viste niente male sulla Val Degano appena prima della periferia di Avaglio.
Vista da Avaglio
Per niente intimoriti dal cielo scuro, spavaldi e prodi abbiamo diretto il Doblù in direzione di Lauco capoluogo. Convinti della nostra scelta, abbiamo proseguito lungo la strada già attreversata dal Giro d'Italia, con meta Fusea, per ridiscendere da lì ed arrivare a Zuglio. Purtroppo la leggera nebbia di alcuni tratti ed i nuvoloni grigi su tutto il percorso hanno un po' rovinato la nostra particolare tappa, considerando anche la strada, che non era propriamente adatta ad un gran premio di Formula 1 (per usare un eufemismo). Nonostante tutto, dopo aver superato Vinaio, Buttea ed altri splendidi paesini, siamo arrivati sulla strada turistica di Curiedi! Sani e salvi! Ormai il più era fatto, ed arrivare a Fusea e poi a Casanova è stato un attimo, nonotante il Doblù cominciasse a dare segni di stanchezza per la lunga discesa.
Alla prossima avventura!

La chiesetta di San Michele

lunedì 14 marzo 2011

Questa è bella...

Ciao a tutti i lettori (1 o 2?)!Siamo di nuovo qui per tediarvi, come promesso, con una nuova, mirabolante impresa di esplorazione carnica!
Questa volta ci siamo lanciati a capofitto nella val Tagliamento. Scopo principe: osservare i lavori che si stanno portando avanti a Socchieve per realizzare il nuovo passante sulla strada statale, che taglierà l’attuale tratto che va da Socchieve all’incrocio per Viaso. A bordo dell’anonimo “Doblanco” (in contrapposizione al “Doblù”, come l’ha chiamato Florin) abbiamo costeggiato tutto il tratto interessato dai lavori, da Enemonzo in poi, osservando con curiosità gli operai ed i mezzi al lavoro, che a loro volta hanno osservato noi con la medesima curiosità.
Abbiamo poi proseguito verso Mediis, e da qui abbiamo deciso di risalire verso Dilignidis e poi Feltrone: come sempre non ci siamo fatti notare per nulla dagli indigeni che erano intenti nei loro lavoretti quotidiani. Nessuno sguardo verso il Doblanco ed i suoi tragici occupanti, anzi, totale indifferenza. Dopo questa colossale, mostruosa balla, possiamo proseguire con la nostra storia.
Arrivati a Feltrone, siamo andati avanti lungo il nastro d’asfalto, arrivando ad un pianetto che ci ha offerto una magnifica vista nella splendida mattinata di sole.

La vista di prima con Florin
Vista dalla periferia di Feltrone













Il tempo di scattare due foto e poi via, di nuovo seguendo la strada, senza fretta: qualche chilometro in una discesa rompicollo e…cucù! Eccoci di nuovo ad Enemonzo!
Poi una nuova curiosità ci prende: chissà se la fine dell’inverno ha già provveduto a liberare la strada della val di Preone…andiamo a vedere!
Purtroppo però, come era prevedibile, la neve non aveva ancora ceduto il passo, e così abbiamo girato il Doblanco e ripreso la via di casa. Poco prima di arrivare a Preone però, l’occhio cade su quello che sembrava essere un bunker, con relativa stradina bianca di accesso. Immancabilmente, Florin esprime il desiderio di andare a vederlo: strano! Scherzi a parte, un segnale ci impedisce l’accesso alla stradina: divieto di accesso eccetto frontisti e mezzi agricoli. Ora, frontisti non se ne parla, mezzi agricoli…potremmo anche esserlo, così Florin propone di ripetere la visitaa bordo di una trattore (…). Purtroppo per questa volta non ce la facciamo a procurarci un mezzo agricolo in tempo, così prendiamo la via di casa.
Al prossimo appuntamento con il trattore sul lato oscuro della luna!

Pracastello!

Ciao mandi salve!Eccoci ancora a raccontare la nostra ultima esperienza, questa volta tutta tolmezzina: troppa fatica andare un po’ più lontano!
E così abbiamo optato per una capatina veloce in Pracastello, sopra Tolmezzo, per far osservare a Florin la cittadina dall’alto, ed un posto che non aveva ancora visitato. L’ascesa è stata facile, passando accanto alla vecchia casa Linussio, commentando le opere di ristrutturazione delle mura in sassi che conducono a Pracastello e la qualità dei lavori. Poi la tappa comoda sulla “terrazza” che dà su Tolmezzo per le solite foto di rito e per osservare fantomatici bunker sparsi qua e là sulle montagne.
Florin con alle spalle i resti del castello
Tolmezzo - Veduta












Un riposino ancora e poi discesa verso Tolmezzo, per capire come vanno i lavori di rifacimento della roggia che stanno stravolgendo il traffico e creano qualche disagio.
Poi, dopo una passeggiata tonificante, siamo tornati alla macchina per riprendere la via di casa.
Alla prossima avventura, che promettiamo essere molto più movimentata!